Da Jack Dempsey a Mike Tyson: guanti,sudore e lacrime

Silenzio. Un neon riflette la sua luce ad intermittenza su armadietti mangiati da ruggine e sudore. Due uomini sono seduti uno davanti all’altro. Uno fascia accuratamente le mani di chi gli sta difronte. L’altro osserva. I suoi occhi sono senza tempo. Sono gli stessi dei pugili di Olimpia, di Roma, di Londra.

Guantoni. Categorie di Peso. Colpi solo sopra la cintura. Round brevi… La Boxe cambia di nuovo faccia. Le regole del marchese di Queensberry obbligano i pugili a reinventarsi. Ma il loro spirito resta lo stesso.

Il pugno, fasciato e coperto da guantoni da 8 o 10 oz perde gran parte della sua efficacia. Il colpo stordisce ma non punge.

Cambia la guardia: le braccia protese in avanti a creare distanza tra corpo e avversario funzionavano bene a mani nude ma con i guantoni impedirebbero la visuale,quindi i pugni si avvicinano a protezione del viso. Le spalle diventano fondamentali nel sistema difensivo,coprono il mento. La vista e la velocità di gambe indispensabili per schivare e cercare falle nella difesa avversaria.

La nuova posizione pugilistica arretrata consente di caricare i colpi con una maggiore escursione, il pugno è più potente.

Ma non tutto quello che era stato il glorioso passato del Bare Knucle Boxing viene dimenticato. Stati Uniti, primi anni del ‘900. Un certo Jack Dempsey, proprio come Mendoza in Inghilterra, si inventa alcune tecniche per sopperire alla sua poca prestanza fisica. Diventa celebre per la sua capacità di atterrare giganti. Lo chiamano per questo “the Manassa Mauler”,abituato dalla strada a combattere per un pezzo di pane è il pugile più aggressivo che si fosse mai visto su un ring, non lascia tregua ai suoi avversari.

Fa suoi il “Falling Step” e il “Double Shift” due stratagemmi con cui scarica tutto il peso corporeo nel pugno. L’uso di queste tecniche gli consentono di abbattere avversari molto più alti e potenti di lui. Diventa campione del mondo dei pesi massimi dal 1919 al 1926. Parecchi anni dopo Bruce Lee si approprierà del lascito di Jack rendendo queste due tecniche uno dei capisaldi del suo Kung Fu.

L’allenamento estenuante diventa uno strumento fondamentale per primeggiare ma a volte ci si mette anche la genetica…Jake Lamotta fa da esempio. Baricentro basso e fisico tarchiato uniti alla sua innata capacità di prendere colpi e non sentirli lo hanno aiutato a diventare campione del mondo dei pesi medi,mai messo al tappeto. Il Toro del Bronx.

Jake si confronta 6 volte con uno dei talenti più cristallini della storia del pugilato, capace di vincere 40 Match consecutivi, Sugar Ray Robinson…Classe e tecnica sopraffina. Celebre il “massacro di San Valentino”, 13 round di pugni incassati dal Toro che subisce Ko tecnico stando in piedi, attaccato alle corde. A fine incontro si avvicina a Sugar Ray e ridendo gli dice “Nemmeno questa volta mi hai mandato al tappeto Sugar”. Leggenda.

Allenamenti duri,durissimi anche per l’Italo-Americano più famoso della storia della Boxe moderna, Rocco Fransis Marchegiano in America tradotto Rocky Marciano. Poca tecnica ma tanto cuore,la sua umiltà dentro e fuori dal ring lo rese un idolo del pubblico. Pugno destro allenato e affinato come un’arma letale,da lui stesso soprannominato Suzy Q.

Combatte quasi in posizione di squat, piccolo e devastante. Si guadagna il soprannome “bombardiere di Brockton”.Vince il titolo di Campione del mondo dei pesi massimi essendo di poco sotto il metro e ottanta di altezza. Agonista Puro. 49 vittorie di cui 43 K.O. IMBATTUTO.

La boxe diventa spettacolo allo stato puro quando Cassius Clay passeggia e vola sul ring, leggero come una farfalla, pungente come un’ape. Il pugile diventa showman e il quadrangolare diventa un palco.
Cassius cambia religione e cambia nome ma vedere Muhammad Ali danzare e combattere resta stupefacente. Controverso dentro e fuori dal ring segna la Boxe moderna e la porta a un livello più alto. Lotta sociale. Oro olimpico e campione mondiale assoluto dei massimi per 3 volte. The Greatest.

Durante una visita al riformatorio minorile del Bronx a New York Muhammad Ali conosce un ragazzo destinato a diventare il suo successore al trono, “Iron” Mike Tyson.

«Chiunque pensi che Mike non sapesse boxare o non avesse tecnica probabilmente non è mai entrato in una palestra…poteva schivare con il busto,mandarti a vuoto, era il paradigma dello swarmer, un maestro nell’arte della combinazione ‘gancio al corpo-montante’, implacabile nelle serie al corpo, una versione raffinata degli ultimi Dempsey e Frazier.» disse di lui l’allenatore tra gli altri di Òscar de la Hoya e Wladimir Klitschko

Mike aveva tutto, potenza devastante, tecnica e capacità di incassare colpi,diventa campione del mondo ma la sregolatezza fuori dal ring lo consuma. Accusato di strupro, 6 anni di galera.
Appena uscito nel 1996 riconquista 2 cinture, uno dei pochi pesi massimi a riuscirci,ma è l’ombra di se stesso, il doppio confronto con Evander Holyfield certifica la fine di Iron Mike, si porta a casa un trofeo però, un pezzo dell’orecchio di Holyfield strappato con un morso.

Ne abbiamo citati solo alcuni, ma gli ultimi 100 anni ci hanno portato campioni di smisurato talento, ora però l’onda sta cambiando. La boxe sta lasciando il suo trono a sport da combattimento integrali più “brutali”, il cerchio si chiude e si sente la necessità di tornare alle origini, a ossa contro ossa e al combattimento totale,anche se i valori sono profondamente diversi.

Siamo partiti dalle mani nude passando per Oxys, Caesti e Guantoni 8 oz ma lo spirito è sempre lo stesso, si combatte oggi come un tempo, per l’onore e per superare noi stessi.

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