Inghilterra, anno domini 1690. In un villaggio a nord di Londra un gruppo di persone in cerchio stringe una corda tra le dita. é un Ring. Due uomini in mezzo, mani nude, pelle temprata da miscele di polvere da sparo,whisky e rame strofinate con ruvide spazzole per cavalli su pugni, viso e costato. Cicatrici che proteggono dai colpi. Bare Knuckle Boxing.
A volte bastava essere tra il pubblico per prendere parte a un incontro. Un pugile in mezzo alla folla lanciava la sfida, tra gentiluomini, bifolchi e ragazzi incuriositi qualcuno gettava il suo cappello a terra, era il segno. Sfida accettata.
Gli anglosassoni ereditano dai romani non solo strade,ponti e acquedotti ma anche un modo di combattere in battaglie di pugni incredibilmente violento. Lo integrano con i loro antichi sistemi di lotta, retaggio delle loro tradizioni celtiche dove la forza bruta era sinonimo di valore e virilità. Mille anni dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente questo sistema riemerge dalle ombre delle foreste inglesi e diventa il “passatempo” per eccellenza della working class inglese.
Gruppi di uomini forti e temprati dal lavoro nelle campagne, per arrotondare, ogni domenica viaggiano di villaggio in villaggio sfidando i campioni locali per una guinea(moneta da 21 scellini). Non ci sono regole,non ci sono limiti di tempo e non ci sono categorie di peso. Come in Grecia. Come a Roma.
Si perdono i letali Caesti: l’arma ritorna ad essere la mano nuda.
Oltre al ring rudimentale un altro fattore che avvicina il Bare Knukle Boxing al Pugilato Moderno è l’introduzione dei secondi, solitamente due combattenti navigati che accompagnavano il pugile, uno era il “Bottle Man” che dissetava il combattente nelle pause, l’altro mettendo a disposizione le proprie ginocchia fungeva da “sgabello”. Futuristici.
Oltre a pugni,prese e calci, la lotta è un aspetto essenziale del combattimento: si può scagliare con violenza al suolo l’avversario ma solo con atterramenti con fulcro sul petto . Famoso è l’uso del “cross buttock”: una proiezione con fulcro sull’anca che permette a chi la esegue di cadere con tutto il suo peso sullo sfidante. Obiettivo: annientarne definitavemente anche l’ultima scintilla di spirito combattivo.
I gruppi di pugili si spostano dai villaggi alle città. Dal fango delle campagne inglesi, ex contadini ormai diventati lottatori, si fanno notare da nobili e aristocratici. Scommesse molto più sostanziose di una guinea sono il compenso per il coraggio dimostrato. Il ring si trasforma da un semplice pezzo di corda a un vero e proprio palco in legno dove va in scena la violenza.
Intorno allo scarno palco in legno un uomo, un lottatore, costruisce un vero e proprio anfiteatro. Il suo nome è James Figg, siamo nel 1719. È Figg il primo campione di boxe ufficialmente riconosciuto ed è grazie a lui ed ai suoi tour in cui organizza spettacolari sessioni di sparring che il Bare Knuckle Boxing (o Pugilism) si diffonde a macchia d’olio nei territori d’oltremanica.
Alla morte di Figg succede il suo pupillo Taylor e poi Broughton.
Broughton è l’Uomo Nuovo, la rivoluzione copernicana del Pugilism: dopo la morte di uno dei suoi sfidanti, per evitare il ripetersi di una tragedia simile, stabilisce un set di regole (prima volta nella Storia), le “Broughton’s Rules”.
Questo set di regole vieta l’accanirsi sull’avversario a terra, il cavare gli occhi e soprattutto cambiano per la prima volta i limiti di tempo, viene introdotta una forma molto grezza di round che consisteva nel fermarsi 30 secondi per dare la possibilità all’avversario di rialzarsi se messo a terra o se poggiava un ginocchio al suolo. Questo diventa lo standard per gli incontri di Pugilism per più di 100 anni: dal 1734 al 1838.
Un piccolo uomo, Daniel Mendoza, fa evolvere ancora una volta il Bare Knuckle Boxing. L’uso della tecnica sopra la forza e la capacità di battersi e sconfiggere avversari molto più aggressivi e grandi di lui lo introducono addirittura alla corte di Re Giorgio III. Mendoza codifica un sistema di guardie, sidesteps e uso del jab sinistro che porta il Pugilism ad essere associato ad una “nobile arte”.
Fioretti, sciabole e maschere di scherma affisse ai muri; tracciati geometrici complessi sul pavimento a regolare un footwork scientifico. Quadri di vecchi maestri e di nobili patrocinanti alle pareti. I pugni si affiancano alle lame delle spade. La scherma aggiunge scientificità e metodo al rozzo sistema escogitato da contadini e braccianti e sistematizzato da Broughton e Mendoza. Da evento quasi circense si passa alla “nobile arte della difesa personale”.
Con l’ingresso a corte, inizia un giro di soldi e scommesse sempre crescente che portano il governo britannico a mettere fuori legge gli incontri con premi in denaro. Siamo nel 1861. Gli inglesi adorano il brivido del gioco d’azzardo, toglier loro l’adrenalina derivante dalle scommesse significa toglier loro qualsiasi interesse.
Il Marchese John Douglas mette fine al Bare Knuckle Boxing inglese introducendo le Queensberry Rules nel 1867. L’uso del guantone diventa obbligatorio. Il Pugilism cessa di essere fenomeno di massa in Inghilterra ma trova terreno fertile negli Stati Uniti ed in Australia.
La boxe si afferma oltre oceano, l’uso dei guantoni cambia la guardia e le strategie. E’ New York ora che domina la scena mondiale del combattimento di pugni. Londra decade e, ai suoi anfiteatri dedicati al Bare Knukle Boxing si sostituisce il Madison Square Garden.
Cristina
Bellissimo articolo. Molto interessante anche per chi non è appassionato dell’argomento. Bravi, grazie.
admin
Grazie Cristina