La vita è un cerchio. L’ouroboro insegna. Dal pugilato, prima a mani nude e libero da ogni limite e poi con guantoni,round e regole si torna alle origini, al combattimento totale: Mixed Martial Arts, MMA in breve.
Le MMA sono un mix di sport da contatto volto a sopperire i limiti di ogni stile di combattimento preso singolarmente. Si combatte per vincere, per schiacciare l’altro con la propria manifesta superiorità.
Vengono paragonate all’antico Pankration greco, scopriamo il perchè. Il Pankration era combattimento integrale: la massima espressione della biomeccanica umana in azione.I principi del combattimento si basavano su tempo e spazio. Non esistevano tecniche, esisteva l’idea di usare lo strumento più efficace rispetto alla combinazione di distanza e tempo specifica. Un colpo si doveva trasformare velocemente in una presa lottatoria. Durante la lotta bisognava tirare colpi per svincolarsi, per ristabilire l’equilibrio del proprio tempo e del giusto spazio. Non c’era combinazione di stili diversi: tutto era unico ma si esprimeva sotto diverse modalità.
La Grecia insegna al mondo a combattere: lo fa con Alessandro Magno che porta la cultura ellenica fino alle regioni estreme dell’Asia. E per un greco lottare era parte integrante della sua formazione intellettuale.
I tempi cambiano e si perde l’eleganza letale del pancrazio. Subentrano nuove tattiche di combattimento e cambiano le armi: dai pugni alle lame. Dalle lame alle armi da fuoco. La storia rende il mondo più aperto. Vecchie tradizioni marziali tramandate in segreto di famiglia in famiglia nei più remoti angoli della Terra diventano di dominio pubblico. L’Oriente si apre all’Occidente. Iniziano i primi confronti interstile. Nessuna regola, si vinceva per manifesta superiorità tecnica.
Le MMA ereditano l’evidenza stratificata di centinaia di questi combattimenti. La rendono organica e funzionale in una composizione di arti diverse volta alla creazione di uno stile di combattimento completo. Boxe, Kick Boxing, Muay Thai, Wrestling e Judo per lo striking e la lotta in piedi: il meglio degli ultimi 100 anni.
Brazilian jiujitsu, Grappling e Sambo le migliori discipline per la lotta a terra: ritorna l’importanza della sensibilità tattile-cinestesica. Il controllo del corpo dell’avversario torna ad essere fondamentale. Ancora una volta, nasce un nuovo tipo di guanti per adattarsi alle diverse condizioni di confronto: molto più piccoli dei guantoni da boxe, le dita libere per poter afferrare. Più sottili, le mani si fanno sentire.
A cambiare non sono solo le armi ma anche il terreno di scontro.
La geometria del terreno di battaglia passa da essere circolare, l’agone, a quadrato, il ring, a ottagonale: la gabbia. La possibilità di sfruttare la rete della gabbia offre nuove opportunità tattiche ai lottatori, lo spazio si esprime non più solo al suolo ma anche in verticale. Nuove strategie si costruiscono.
Eppure le radici non si dimenticano, le MMA spesso non integrano con continuità gli stili che le compongono per cui resta la prevalenza della disciplina di origine di ogni singolo lottatore. Chi è stato un wrestler cercherà di chiudere velocemente la distanza usando pochi colpi.
Obiettivo: proiettare e sottomettere l’opponente mangiando lo spazio, soffocando i tempi. Difficilmente lo si vedrà andare in clinch o lottare a terra mentre contemporaneamente, attua una strategia di striking efficace. E per striking efficace non intendiamo una situazione di ground ‘n pound ma combinazioni di colpi e footwork tipici di un Lomachenko o di un Paquiao.
Chi è nato Thai Boxer tenderà ad imporre la sua distanza e il suo tempo, accetterà condizioni di clinch in cui riuscirà a esprimere con coerenza il suo arsenale tecnico e a proiettare ma tenderà ad evitare la lotta a terra. Ognuno cerca il proprio habitat naturale.
Il Pankration era uno strumento unico, lotta, colpi e prese perfettamente amalgamati e disponibili al tipo di azione necessaria.
Gli strumenti sono sempre gli stessi al variare della distanza e dei tempi. Ciò che cambia è il principio con cui gli strumenti vengono combinati. Non si ricerca il colpo per il colpo o la lotta fine a sé stessa. L’uno e l’altra sono conseguenza di una data combinazione di spazio e tempo. Non ci si cristallizza nell’uso di un pugno o in una presa o proiezione specifica. Ci si esprime al massimo. Liberarmente. In base alla necessità di ogni singolo attimo.
Al di là del lato tecnico la principale differenza tra MMA e Pankration greco sta nell’etica del combattimento stesso. Nell’antica Grecia l’avversario era considerato come uno specchio nel quale i propri limiti venivano portati alla luce, c’era il massimo rispetto.
Resa volontaria, conoscenza dei propri limiti e di conseguenza nessuna necessità di spingersi all’auto distruzione. Dito Indice al cielo significava: “sei più forte di me, grazie per la lezione”. Non c’era una perdita di onore in questo. C’era l’accettazione con umiltà del proprio limite ma solo per migliorare sè stessi e per ricercare di nuovo il confronto, più preparati. Diversi. Migliori.
Nella società odierna l’Ego domina. Le MMA spesso sono un riflesso di questo aspetto, conta solo vincere a ogni costo. Il rispetto dell’altro è secondario e dipende solo dalla qualità umana del singolo atleta, non è caratteristica fondante della disciplina. Purtroppo.
Le MMA sono quindi l’erede del Pankration greco? La risposta è no. Entrambe le discipline sono la massima espressione del coraggio individuale e della prova di sé. Ora come allora, che sia nel cerchio di un Agone o all’interno di un ottagono, resta il desiderio di testare sé stessi. Per essere diversi, migliori.
Ma ciò che i Greci praticavano era altro. Cosa caratterizza quindi il combattimento integrale antico? Come può essere riletto in chiave moderna? Tecniche di combattimento di un tempo lontano riaffiorano dalle nebbie del passato. E con loro ritorna una morale ed un’etica diversa. Ma ci vuole pazienza affinché il passato torni ad essere presente e si faccia futuro. Una sola anticipazione: nel prossimo articolo la nebbia inizierà a svanire….