Eroe Greco: Scopriamo le verità dietro la Leggenda

Miti antichi, storie che si fanno leggende.

Dei, a volte umani e a volte imperscrutabili nelle loro volontà. Mortali capaci di osare fino ad uguagliarli e superarli: Eroi.

E, a soggiogare tutti, uomini eroi e dei, il Destino.

Questo era quanto ogni Greco aveva dentro, ad alimentare il suo fuoco spirituale di giorno in giorno.

Ateniesi, Spartani, Tebani, Corinti, Traci,Elleneci. Tutti uniti sotto il segno del fulmine di Zeus. Tutti affascinati dagli Eroi. Tutti desiderosi di migliorarsi per essere degni di loro.

Eredità culturale passata a Roma in un tempo successivo ma inalterata  nel significato. Seneca scriveva, in una delle sue lettere a Lucilio: “Modella te stesso. E renditi degno di un Dio”.

Ma chi è un eroe?

Quali erano le caratteristiche umane che doveva migliorare ?E quali tratti doveva invece abbandonare per rendersi degno di un Dio?

Dalla Grecia ci arriva un concetto di eroe che sembra inarrivabile agli occhi di un mortale: la paternità divina. O sei figlio di un dio o non puoi essere un eroe sembrano dirci i Miti. Resta al tuo posto se non puoi dire di avere il sangue di Zeus o di Ares o di Poseidone a scorrerti nelle vene. Nasci, cresci, dai continuità alla tua gente, muori e accetta il tuo destino di ombra incorporea nell’Ade. Ammira gli eroi ma non osare diventare come loro.

Lezione numero uno: davanti a questa apparente realtà quasi tutti scelgono di sentirsi indegni. Scelgono di rinunciare e di restare al loro posto esattamente come gli viene ordinato. Questi non sono eroi, ma a deciderlo sono stati loro stessi. Poi ci sono quelli che non accettano. Che interiormente sentono il cuore ribellarsi. Non è un libro che può definire chi essi siano. Non hanno Zeus come padre? Non importa. DECIDONO di esserne comunque all’altezza, di superarsi. Neanche questi sono eroi ma, se insistono, potrebbero diventarlo sempre se questo è il loro destino. E se non lo fosse? Non importa: hanno lottato, forse fino alla morte, da Uomini e non da ombre.

Mai accettare che qualunque autorità decida chi o cosa poter essere. Difendere la propria libertà nell’autodeterminazione. Non si tratta di compiere atti estremi o rivoluzionari per dimostrare qualcosa a qualcuno. Si tratta invece di preservare integro questo pensiero di libertà e autodeterminazione. Di seminarlo dentro di sé, di coltivarlo con pazienza facendolo crescere per renderlo forte.

Torniamo al mito e alla paternità divina. Che cosa implica questa caratteristica? Superpoteri. Generalmente il superpotere seguiva le caratteristiche simbolo del padre divino (come la forza sovrumana per Zeus).

Prima trappola: quanto contribuisce all’eroismo questo super potere? Quanto invece è letteralmente fumo negli occhi?

I super poteri distolgono da caratteristiche più sottili ma più importanti. Caratteristiche come il coraggio, come la disciplina, come la pazienza e la resilienza. I miti non ce ne parlano, non le evidenziano. Bisogna capire la trappola e superarla.

 

Lezione numero due: leggere tra le righe, andare oltre l’emozione di un impatto emotivo generato da qualcosa di sorprendente. Rimanere presenti a se stessi per cogliere tutti i particolari.

Oltre a paternità divina e super poteri, generalmente il mito legato all’eroe descrive sempre una fase in cui l’eroe impara tutta una serie di qualità ed abilità che poi gli saranno fondamentali nell’affrontare le sfide che si troverà sul cammino. Queste fasi sono quelle meno conosciute, più noiose.

Seconda trappola: questa volta il mito usa la tattica opposta alla prima, invece di nascondere le cose importanti attraverso il ricorso ad impatti emotivi forti, mette sotto gli occhi la cosa più importante: la formazione e l’addestramento. La necessità di un percorso di studio completo e a 360 gradi e soprattutto la rilevanza di avere maestri competenti. Non basta infatti apprendere e praticare o ancora addestrarsi se le nozioni arrivano da insegnanti incapaci.

È specifica responsabilità scegliersi o cercarsi maestri veri, e non truffatori travestiti da professionisti.

Terza lezione: bisogna formarsi. Bisogna farlo coprendo diversi aspetti. E bisogna farlo con qualità. Avere pazienza e seguire con umiltà quanto ci viene trasmesso ma al contempo mettere in dubbio costantemente ciò che si sta imparando. I maestri sono esempi ma anche e soprattutto strumenti per la propria autorealizzazione. Non devono mai diventare più rilevanti dell’allievo.

Superata la fase della formazione, che è molto lunga e generalmente accompagna l’eroe dalla fanciullezza all’età adulta (teniamo presente questo aspetto noi che vogliamo tutto e subito. Certe cose non si possono accorciare, e se questo è valido per gli eroi, a maggior ragione lo deve essere per i mortali), inizia la fase delle prove e delle sfide che segnano il passaggio da un’esistenza normale ad un’esistenza superiore. Attenzione: in questi casi il mito è molto chiaro. L’eroe sceglie sempre la strada più dura per compiere quanto il Destino e gli Dei gli impongono. In alcuni miti questa scelta è meno visibile, in altri è estremamente consapevole, in ogni caso è il primo vero atto eroico e di fatto quello più importante.

Quarta lezione: la via dell’eroe è dura. La via dell’eroe è per pochi. Tuttavia i pochi non lo sono per via di accadimenti esterni che li proiettano come migliori degli altri. È che di fatto sono in pochi quelli che accettano di formarsi, quelli che accettano con umiltà di crescere ma solo perché vogliono essere migliori di quanto non lo fossero il giorno prima, e soprattutto sono pochi quelli che, dopo essersi formati e aver passato tanto tempo a migliorarsi, decidono di mettersi in gioco. Decidono di fare un “All In” per scoprire se davvero sono i migliori, rischiando di perdere sé stessi anche in modo definitivo. E, nonostante questo, di provarci comunque.

Noi di Maxia abbiamo sposato pienamente questo percorso, abbiamo fatto nostre queste lezioni secondo la nostra interpretazione. Abbiamo riletto con occhi diversi i Miti e trovato, nelle fatiche di Eracle o nelle lotte di Teseo un percorso. Una linea guida. Delle istruzioni che, se seguite, permettono di incamminarci lungo la strada tracciata da grandi Uomini. L’esito del percorso è sconosciuto. Il Risultato incerto. Il Destino si pronuncerà sull’esito. E pur tuttavia, da uomini che vogliono essere eroi, accettiamo la strada più dura e decidiamo di essere alla loro altezza. Lo facciamo attraverso l’esperienza del combattimento integrale che, per noi, resta il mezzo per eccellenza per evolvere ed essere liberi.

Ogni ciclo eroico ci ha insegnato determinati approcci, che abbiamo riletto sia come tecniche e metodologie di allenamento al combattimento, sia come principi ispiratori nel condurre la vita di tutti i giorni. Sono percorsi che chiamano all’azione, che vanno sperimentati attivamente. Non è sufficiente leggerli o osservarli, bisogna viverli. E bisogna farlo ogni giorno, con disciplina.

Noi condividiamo la strada che abbiamo riscoperto. Sta a voi camminare insieme a noi.

0

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *